Comunità diffusa
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Roccaporena luogo di accoglienza. Roccaporena luogo di ricostruzione, spirituale e relazionale. Roccaporena luogo del sé e dell’altro, in prospettiva comune.
Il progetto Rockability, nel tracciare le traiettorie di futuro di questo borgo e del suo territorio, è partita proprio dalla rigenerazione del suo nucleo, che esprime l’essenza e al tempo stesso la storia del posto: il Centro Educativo di Santa Rita.
Una rigenerazione che non è semplice riqualificazione ma una ripartenza in chiave prospettica, un ripensamento capace di assumere su di sé il senso di un’eredità per farne un prototipo di nuovo futuro.
Grazie alla rete di istituzioni, associazioni, comunità, professionisti, educatori e persone, è stato così avviato un processo di identificazione e co-costruzione di una nuova modalità di accoglienza, rivolta a quei giovani adulti in uscita dalla tutela (care leavers) e a quei giovani in condizione di difficoltà che necessitano di essere accompagnati verso l’autonomia.
Un’ accoglienza diffusa in co-housing che, dalle camerate dell’ex – collegio, reiventate e riallestite per sollecitare nuove modalità di abitare il luogo e nuove forme di ospitalità anche temporanea, all’appartamento e agli spazi di condivisione, ricavati nell’ex convento delle suore, dove i percorsi dei ragazzi e delle ragazze trovano casa, si nutre del movimento generato dai vissuti, dalle esperienze, dalle idee e dalle persone che entrano in profonda connessione.
Nei Community Lab attraverso cui è stato sviluppato il prototipo del servizio sperimentale della Comunità Diffusa sono emersi e sono stati condivisi i principi, i valori e gli orientamenti fondanti:
- l’approccio si ispira fortemente all’etica della responsabilità rispetto alla cura e al ben-essere delle persone, all’interdipendenza con l’eco-sistema ambientale, alla promozione dei beni comuni emergenti e al riconoscimento del valore delle risorse, abilità e potenzialità esprimibili da “soggetti” che agiscono in un sistema di reciprocità e di apprendimento collettivo;
- la Comunità Diffusa è un soggetto in divenire che, attraverso un processo costituente condiviso, identifica nel tempo obiettivi comuni e tracciati da esplorare per convergere verso un “Noi”, che si deve caratterizzare come presidio territoriale continuativo e orientato alla prevenzione di situazioni di disagio;
- è forte la necessità di rintracciare e co-costruire un repertorio di “occasioni” che provochi uno shock rispetto ai modelli classici, finalizzato alla crescita qualitativa delle opportunità per i giovani, attraverso la ricerca di approcci innovativi e trasformativi, in grado di generare alternative peculiari, collegate alle “vocazioni” individuali e territoriali;
- la Comunità Diffusa assume come prioritario il riconoscimento dei ragazzi come “costruttori di comunità”, che si traduce nella capacità e disponibilità di un territorio di convocare i giovani “come risorsa di comunità”, favorendone il protagonismo e la possibilità di incidere nelle scelte e nelle azioni territoriali.
Il modello di intervento della Comunità Diffusa è fondato sul funzionamento e sull’interazione di tre elementi “switch” – la comunità diffusa, il co-housing e i processi trasformativi – che sono al tempo stesso costrutti collettivi, attivati da una dinamica di riflessività, di visione, di intenzionalità e di capacitazione, e ambienti operativi, nei quali il potenziale diventa azione e pratica condivisa.
La comunità diffusa è uno spazio collaborativo abilitante dove si sviluppa la dimensione della relazione sociale come contesto, quindi come matrice che richiama riferimenti simbolici, valoriali, culturali e connessioni strutturali. Un ambiente contenitore che ha lo scopo di generare e alimentare alleanze per i percorsi di autonomia dei care leavers e dei giovani del territorio.
Il co-housing è un dispositivo metodologico di interazione, uno spazio multiattoriale ad alta densità relazionale, in cui l’essere ed il fare insieme determinano nuove possibilità ed opportunità, caratterizzato da una crescente consapevolezza rispetto all’effetto emergente che scaturisce dall’interazione stessa tra i partecipanti e con l’ambiente.
I processi trasformativi sono luoghi del cambiamento, generati da azioni di comunità intenzionali orientate alla crescita e al benessere del territorio. Attraverso una funzione di guida relazionale, i processi trasformativi attraversano e intercettano la dimensione del co-housing attivando una dinamica duplice di empowerment (individuale e collettiva) che reinveste la natura stessa dei processi.
Le funzioni del servizio della Comunità Diffusa si esprimono attraverso i seguenti tre moduli interdipendenti tra loro:
- Il co-housing residenziale: percorsi di accoglienza di media-lunga durata, rivolti ai care leavers, che si interfacciano con l’Hub Territorintraprendenti nella dimensione formativa, lavorativa, di orientamento delle abilità, di sperimentazione delle autonomie. E’ attraverso una pluralità di fattori abilitanti che si realizza lo svincolo dalla comunità socio-educativa o dall’affidamento familiare, il passaggio da una dimensione di protezione e cura ad una dimensione di promozione della cittadinanza attiva e delle autonomie personali (costrutti più adatti a soggetti che devono orientarsi verso l’indipendenza). In quest’ottica è necessario avviare un graduale percorso di “avvicinamento” al progetto verso l’autonomia che coinvolga i ragazzi già a partire dai 17 anni, una dimissione “dalla tutela” che, dunque, venga pensata per tempo,progettata e co-costruita con i soggetti interessati;
- Il co-housing temporaneo: soggiorni di circa una settimana, distribuiti durante l’intero anno, nei quali minorenni e giovani adulti provenienti da comunità socio-educative o da altri servizi e percorsi, convivono, con adulti significativi, di varia provenienza territoriale ed esperienziale (es. artisti, operatori dello spettacolo, escursionisti, educatori ambientali, innovatori digitali, associazioni di cittadinanza attiva ecc). Tali soggiorni, co-progettati insieme alle comunità socio-educative interessate, hanno come obiettivo quello di offrire la possibilità agli adolescenti accolti nei percorsi comunitari di poter sperimentare stili di vita salutari, l’etica della responsabilità rispetto alla cura e al ben-essere delle persone, l’interdipendenza con l’eco-sistema ambientale, la promozione dell’espressività artistica, creativa e corporea e il protagonismo in azioni di sviluppo sostenibile e di comunità;
- L’Hub della Comunità Diffusa: l’Hub si identifica come uno degli snodi del sistema educante nell’ambito del circuito dei servizi e delle comunità socio-educative del territorio umbro, in quanto spazio di accoglienza fisica e di riflessione/elaborazione di pratiche collaborative. Interpellando i diversi “sensi dell’educare” sarà dunque promosso uno spazio di riflessione, di approfondimento e studio, una comunità di pratiche che promuova l’arricchimento collettivo del patrimonio pedagogico degli adulti significativi che saranno coinvolti nel progetto “comunità diffusa”, al fine di “saper sostenere” e “saper accompagnare” le esperienze di crescita dei minorenni e dei giovani coinvolti.