E così, ci siamo ritrovati, in due belle giornate di fine ottobre, al Convegno organizzato dalla CEI a Vicenza “Adesso viene il bello” nell’ambito della Fiera KOINÈ a parlare del nostro percorso di co-costruzione del Parco culturale ecclesiale dell’Arcidiocesi di Spoleto-Norcia: “Il Laboratorio di Cascia”. Ma come ci siamo arrivati?
Abbiamo iniziato a costruire il progetto sulla base delle linee guida sul turismo conviviale conosciute attraverso don Gionatan Di Marco, direttore dell’Ufficio sport turismo e tempo libero della CEI, che venne a parlarne ad Assisi nel 2019.
Sicuramente quella di Laboratorio di Cascia è una definizione piuttosto adeguata in quanto questo progetto che riguarda l’intera Archidiocesi, ha avuto origine proprio a Cascia nell’ambito del progetto Rockability.
Il progetto “Rockability- laboratorio di nuove abilità” è un progetto finanziato dalla Regione Umbria con finanziamenti POR FESR, che vede tra i suoi promotori soggetti tra loro molto diversi come la Coop sociale Partes, AITR – Associazione Italiana del Turismo Responsabile, Cittadinanzattiva e l’Opera di santa Rita (cioè anche l’Arcidiocesi)
Rockability è un progetto che si basa sulla partecipazione, sul coinvolgimento, su un’elaborazione comune, sulla progettazione partecipata, che si avvale della collaborazione delle istituzioni e del supporto di soggetti esterni qualificati, che tratta di sviluppo, lotta allo spopolamento, turismo sostenibile, comunità educanti.
Sicuramente il tema di un nuovo tipo di turismo lento e responsabile che si venga a contrapporre al turismo mordi e fuggi dei pullman, che ha caratterizzato a lungo queste zone, è un tema centrale; Rockability è un progetto collettivo che punta alla creazione di un turismo che sicuramente si può definire esperienziale (definizione molto diffusa) ma che per come l’abbiamo vissuto e radicato nell’esperienza di Cascia di questi due anni, rientra molto di più nella definizione di turismo conviviale.
Chiaramente questo progetto iniziato nel 2019, dopo pochi mesi ha impattato con la pandemia e come conseguenza si è cercato di lavorare con la comunità, nei momenti più duri del lockdown, cercando di capire come dare un supporto. Rockability ha comportato anche una rilevante attività culturale, sono state organizzate residenze artistiche perché riteniamo che questo territorio abbia grandi potenzialità, sono stati avviati progetti artistici non solo con gruppi locali, sono intervenuti ricercatori, ecologisti, scienziati, perché come dice il poeta paesologo Franco Arminio una comunità chiusa e spopolata ha sicuramente bisogno di impulsi dall’esterno e nella dinamica interno/esterno supera il rischio dell’autoreferenzialità.
Approfondendo l’esperienza di Rockability e mettendola a confronto con le linee guida del turismo conviviale, ad un certo punto abbiamo capito che aveva un senso che da Cascia partisse una proposta rivolta ad un territorio più ampio, e parliamo di un territorio straordinario dal punto di vista naturalistico, archeologico, storico e artistico.
A gennaio del 2021 abbiamo presentato un documento all’Arcivescovo di Spoleto Norcia Renato Boccardo ragionando sulle idee portanti contenute nelle Linee Guida della CEI e delineando un possibile coinvolgimento dello staff di Rockability nella progettazione del Parco culturale ecclesiale; con una tempestività ed un entusiasmo sorprendenti, l’Arcivescovo ha costituito il gruppo di lavoro, e coinvolto i principali uffici diocesani.
Da questo gruppo è poi nata l’esigenza di avviare un percorso partecipativo perché se anche la redazione del dossier di candidatura avrebbe potuto esser fatta anche a tavolino, non sarebbe stato però questo a nostro avviso lo spirito del turismo conviviale. Abbiamo convocato una cinquantina di persone indicate da ognuno dei presenti al gruppo di lavoro; sono state illustrate le linee guida dei parchi culturali ecclesiali e poi sono stati costruiti dei tavoli di co-creazione, di partecipazione comune.
I tematismi che caratterizzano questo nostro percorso sono tre:
nel primo la parola chiave è il BEN-ESSERE o la vita bella; qui c’è la vita bella, in questo luogo c’è una proposta di uno stile di vita a misura di donna e uomo , questi sono luoghi del Ben Essere, e pertanto quello dobbiamo proporre al turista, al pellegrino, come anche al visitatore occasionale è una full immersion nella Vita Bella, con lunghi spazi di silenzio, lavoro manuale, canto, danza, preghiera , meditazione., cammino, iniziative di solidarietà, vita monastica, cibo semplice ma di altissima qualità, lasciando qualcosa alla comunità che accoglie, perché deve trattarsi di un turismo che non va a depredare una comunità ma che anzi individua delle forme per lasciare più ricca la comunità visitata.
Questo è il primo significato, la consapevolezza della ricchezza di zone uniche, la nostra diocesi occupa tutte la Valnerina arrivando quasi alla Cascata delle Marmore e c’è poi Spoleto, Montefalco Bevagna Trevi. La Valnerina e la Valle spoletana: un territorio straordinario. E’ noto che l’Umbria viene spesso identificata soprattutto con Assisi, ma questa è anche la terra di Benedetto e Scolastica, Chiara da Montefalco e Rita da Cascia.
Il secondo tematismo a cui siamo particolarmente legate è sintetizzato nella parola chiave FEMMINILE. Questa è una terra di Sante, mistiche, paciere; un tema, quello della spiritualità femminile, che ci sta molto a cuore e che riteniamo abbia grandi potenzialità di sviluppo. Ad esso si lega anche il tema della ricerca degli archetipi perché questi sono luoghi in cui si evidenzia la presenza del femminile sacro già prima dell’avvento del Cristianesimo.
Quello che noi vogliamo è costruire itinerari di ascolto della voce di queste donne straordinarie (Rita, Chiara, Scolastica,…) radicali e determinate che hanno affermato la propria autonomia e le proprie scelte di vita in una società patriarcale..
Il terzo elemento: CAMMINO E/È CAMBIAMENTO cioè camminare nella Laudato si’. Siamo consapevoli del fatto che chi si mette in cammino, vuole fare soprattutto un cammino interiore. Ma noi diciamo: camminiamo anche nella consapevolezza che non è più possibile ignorare il grido di dolore della Terra e l’esigenza di promuovere forme di vita diverse. Per questo promuoveremo presso turisti e pellegrini sempre di più scelte di viaggio sostenibili, nel nome di un turismo lento, green, che non lascia rifiuti e usa le borracce, il che sarebbe già da un punto di vista simbolico sicuramente importante.
Pertanto il tema ambientale, della transizione ecologica, deve essere un tema che sottende a tutto il progetto del parco culturale ecclesiale.
Per avviare questo discorso partecipativo, abbiamo costituito otto tavoli e per tutta l’estate abbiamo lavorato incontrandoci a distanza, con grande flessibilità, venendo incontro alle esigenze di tutti , anche con più incontri successivi, ragionando di spiritualità femminile, trasformare l’accoglienza e creare comunità ospitali, cammini di fede su antiche e nuove vie e poi il tema delle risorse alimentari e dei piatti tradizionali legati al sacro, gli elementi paesaggistici e naturalistici di particolare pregio, come coltivare la bellezza, il tema dell’arte e della committenza della comunità per l’arte sacra, di come cercare linguaggi nuovi per una parola antica, e infine l’ultimo gruppo, che si è domandato: “Sarà un paese per giovani?”
Il tema fondamentale è infatti il tema del lavoro, di come creare lavoro nelle nostre terre, e ci ha colpito che nei nostri incontri chi ha battuto di più su questo argomento sono stati proprio i preti che ci dicevano: “Non fate voli pindarici che la gente ha bisogno di lavoro. Ricordate: Pane e Parola”.
Noi siamo consapevoli che quello su cui stiamo lavorando è un progetto di vita per i giovani, per poter vivere in questi paesi, combattendo lo spopolamento.
Voi direte: ma che c’entra con il turismo spirituale? Per noi è evidente che così si delinea un approccio profondo ad un territorio, non superficiale, non banale.
E che ogni persona in cerca del Bello e del Buono troverà spazio e accoglienza nelle nostre comunità, religiose e civili.
Anna Rita Cosso












