Scelte di sostenibilità: il mare comincia in casa

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COSA POSSIAMO FARE IN CASA PER DIMINUIRE L’IMPATTO DELLA PLASTICA SUI MARI

Dopo il primo articolo intitolato Uno shampoo insolido, nel blog di Rockability, ospitiamo ancora i consigli di Daniela Stronati, inerenti piccole (grandi) scelte di sostenibilità. Stavolta si ragiona di vestiti…di plastica!

 

Quando si parla di plastica, di solito, si finisce per nominare bottiglie di acqua minerale o piatti e bicchieri monouso, ma ci pensiamo mai che di plastica ci vestiamo?

I nostri vestiti sono quasi sempre di tessuto sintetico: Nylon, Poliestere, Acrilico, questi sono i nomi più comuni che troviamo sulle etichette, essi, altro non sono che lavorazioni diverse dello stesso materiale, la plastica, appunto.

Con i lavaggi, il tessuto tende ad usurarsi e a deteriorarsi impercettibilmente, creando piccole particelle dette microplastiche. Esse hanno un diametro troppo piccolo per essere bloccato dai filtri dei depuratori e così finiscono dapprima nello scarico della lavatrice e poi direttamente in mare.

Le microplastiche costituiscono un grave pericolo per la fauna marina, che le scambia per cibo le ingerisce fino ad avere danni agli organi che possono portare alla morte. Non solo, dove c’è grande concentrazione, queste particelle formano una sorta di zuppa marina che essendo densa non permette alla luce solare di raggiungere le acque profonde, bloccando la fotosintesi clorofilliana del plancton e delle alghe alla base della catena alimentare, compromettendo quindi la biodiversità marina.

Più il tessuto viene stropicciato dalla lavatrice, più questo processo si attiva rilasciando queste particelle. 

Dovremmo quindi, fare delle lavatrici più consapevoli riempendo bene il cestello, lavando a basse temperature, favorendo detersivi liquidi a quelli in polvere che sono più abrasivi, tutto questo per evitare il deterioramento degli abiti.

In attesa di leggi che rendano obbligatori dei filtri specifici, in alcuni negozi si possono trovare delle buste ideate per raccogliere le microplastiche che si formano all’interno della lavatrice.  Il loro utilizzo è molto semplice: si inseriscono gli abiti all’interno e si mette la busta nel cestello, si parte con il lavaggio, si fa una centrifuga delicata, sempre per evitare che il tessuto si sfaldi e una volta finito si estrae il sacchetto. Tirati fuori i vestiti, sull’orlo della busta ci sarà il materiale plastico rilasciato dal lavaggio.

Un piccolo gesto, uno dei tanti che possiamo compiere per far sì che in fondo al mare vengano preservate le tante meraviglie.

 

Daniela Stronati